Cannabis Social Club | Tutto quello che c'è da sapere

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Dal 2001 a oggi i Cannabis Social Club tappezzano il territorio spagnolo dispensando erba e sorrisi. Spesso difficili da scovare, impariamo cosa sono, come trovarli e soprattutto come accedervi senza problemi. 

Cannabis Social CLub Spagna

Vagabondando per le calle di Lanzarote (Isole Canarie, Spagna) tra spiagge rocciose, l’oceano infinito e un cielo azzurro, immensamente azzurro, da appassionato di cannabis mi sono immerso in questa “realtà stupefacente”. Ecco cos'ho scoperto:

Cannabis Social Club: le origini

I Cannabis Social Club sono istituiti per proteggere i diritti dei consumatori e dei produttori di Cannabis, e per contribuire a creare politiche sulla Cannabis in grado di portare benefici alla società nel suo complesso“.

Così l’ENCOD (European Coalition for Just and Effective Drug Policies), nel lontano 2001 presenta queste Associazioni senza scopo di lucro, nate per:

  • difendere i diritti dei consumatori e produttori di cannabis 
  • garantire un modo e un luogo sicuro per fumare marijuana 
  • sensibilizzare la coltivazione per uso personale

Negli ultimi due decenni Encod, una rete di organizzazioni non governative europee, è cresciuta fino a contare oltre 150 membri tra organizzazioni, imprese e cittadini tutte spinte da un’unica missione: porre fine alla guerra alla droga. 

Come funzionano i coffee shop in Spagna

I Cannabis Social Club sono Associazioni legalmente riconosciute e per accedervi è necessario diventare soci. Ad ogni socio sarà rilasciata una tessera da mostrare all’entrata e su cui poter caricare dei soldi da spendere all’interno del Club. 

Più che un semplice dispensario, i coffee shop spagnoli sono un punto di ritrovo dove potersi rilassare, fumare erba, godersi un succo, guardare la partita, fare nuove conoscenze o perché no, stare da soli e leggere un buon libro.

Ogni associato potrà acquistare la propria genetica preferita, decidere se consumarla o portarsela a casa. Ricordiamo che in Spagna la cannabis non è legale ma il suo consumo è depenalizzato. Ciò significa che si può fumare marijuana esclusivamente in spazi privati o, per l’appunto, nei Cannabis Club. 

I Club spagnoli sono aperti ai turisti? 

No, non sono aperti ai turisti ma solo ai residenti. Tuttavia, alcuni Club potrebbero fare delle eccezioni e lasciarvi entrare con una tessera che attesti la vostra iscrizione all’associazione. 

Come trovare i Cannabis Club

Con il passaparola. Nonostante siano nati diversi siti che facilitano i consumatori, come questa mappa che segnala i coffee shop di Barcellona, il modo più efficace resta il passaparola. 

La legge vieta ai Club di farsi pubblicità o esporsi in maniera troppo appariscente. Inoltre, la non completa legalità della cannabis li costringe a vivere nell’ombra. Il motto è: “Se hai l’erba buona le persone ti troveranno”, e vi assicuro che è vero. 

Da dove proviene la marijuana?

La marijuana dispensata nei Cannabis Club viene prodotta da alcuni membri dell’Associazione detti “soci coltivatori” addetti alla “coltivazione collettiva della cannabis senza scopo di lucro”.

I coltivatori hanno un ruolo fondamentale nell’Associazione. Dalle prime ore del giorno fino a sera hanno il dovere di coltivare tante piante e tante genetiche così da soddisfare le esigenze e le richieste di tutti gli iscritti.

“E’ un lavoro duro ma gratificante - mi spiegava uno dei coltivatori incontrati sull’isola - prima della pandemia mi occupavo della crescita di circa 200-300 piantine per garantire ai soci la propria erba”. 

Aprire un Cannabis Club in Spagna: cosa fare

Come aprire un Cannabis Social Club

Dopo la tua esperienza in terra spagnola sei rimasto affascinato da questo mondo, a tal punto di domandarti come aprire un Cannabis Social Club in Spagna? Ecco cosa devi fare. 

Ottenere la residenza spagnola

Per aprire un Club è necessaria la residenza spagnola o meglio il NIE, un numero di identificazione fiscale obbligatorio per tutti gli stranieri che vogliono vivere e lavorare in Spagna. Dopodiché possiamo passare al vivo dell'azione. 

Presentare la propria iniziativa al pubblico

Il primo passo da compiere quando si decide di istituire un club cannabico è la presentazione della propria iniziativa al pubblico, con cui si comunica il nobile scopo dell'Associazione: coltivare per il consumo personale dei soci ed offrire un'alternativa legale e sicura al mercato nero di stupefacenti. 

Indire l'Assemblea Costitutiva

La seconda mossa è proclamare l'Assemblea Costitutiva, il cui compito è approvare gli statuti. L'Assemblea deve essere composta da almeno tre soci fondatori che ricoprano rispettivamente il ruolo di Presidente, segretario e tesoriere.

L'atto costitutivo, che indica il nome, la finalità, la sede e il nome del Presidente, dovrà essere firmato e, così come gli statuti scritti precedentemente, approvato. Solo ora possiamo presentare i documenti al registro della Comunità Autonoma di appartenenza per ufficializzare l’associazione.

Iscrizione dei soci

L'Associazione è stata creata, bene. Ora tocca agli associati. Per aderire è necessario:

  • mostrare un documento d'identità che attesti la maggiore età
  • compilare una richiesta di iscrizione, con cui si afferma
    • di essere consumatori abituali di cannabis 
    • di voler far parte dell'associazione
    • di non avere reati penali legati alla salute pubblica
  • versare una quota associativa 

Infine, con l'iscrizione si dichiara la previsione di consumo, ossia la quantità di marijuana che approssimativamente il socio consumerà al mese. La somma delle previsioni di consumo è fondamentale, in quanto permette all’associazione di rifornire gli stessi associati.

Produzione della cannabis 

L'Associazione, in base alle previsioni di consumo, deve autoprodurre la marijuana. Nel caso che il CSC non abbia i mezzi per coltivare può ricorrere a nome dei soci all'acquisto congiunto da terzi. 

La previsione massima di consumo è di 60 grammi al mese per socio. Sia che l'erba sia autoprodotta, sia che provenga da terzi, si dovranno rendere noti ai soci i costi di produzione o acquisto con la massima trasparenza. Al tempo stesso, il prezzo finale del prodotto deve essere debitamente giustificato.

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